16 dicembre 1905

                   
Alla fine dell’ottocento, nel dicembre 1894, i fratelli Lumière  completarono la messa a punto di un prototipo che rivoluzionerà il sistema di fruizione collettiva delle immagini in movimento, sarà chiamato: cinématographe.
I caffè-concerto furono i primi a raccogliere questo nuovo spettacolo in Europa; a Pisa immagini animate furono proiettate ai Cafè-chantant Gambrinus e dell’Ussero alla fine del 1899.
Il Salone Cinematografico e Teatrale dell’Ussero, gestito dalla ditta Giovanni Allegrini, fu aperto al pubblico sabato 16 dicembre 1905 con il  nome di Primario Cinematografo Lumière in parte dei locali, opportunamente ristrutturati, dell’ex Caffè dell’Ussero, corrispondenti all’attuale androne d’ingresso ed all’attuale cartoleria di Palazzo Agostini sul Lungarno di Tramontana, ove era la sala dei biliardi del caffè.
Il Lumière era il secondo cinema inaugurato a Pisa;        nell’estate del 1905 era stato aperto l’Artistico, posto nel        Palazzo Mastiani (nell’odierno Corso Italia), da parte della Società Generale Artistica di Roma.
Il Lumière era il primo a capitale locale. “Gli apparecchi sono dei più moderni e sofisticati, le pellicole splendide e di assoluta novità, la lunga durata degli spettacoli e la grandezza dei quadri attirano una grande folla (…)” scrivevano i giornali locali.
Il soggetto di apertura furono 43 quadri di “Un viaggio attraverso l’impossibile, spedizione  di un gruppo di sapienti dell’Istituto di Geografia Incoerente”,  concepita da G.Mélies di Parigi. Seguì la comica: “L’orso fotografato”.
Il Lumière si distinse dall’Artistico per inserire nel programma diverse pellicole prodotte localmente come “Panorama della Piazza del Duomo e uscita dalla predica”, per le attività  filantropiche: “negli ultimi giorni del passato Carnevale la Direzione del Cinematografo Lumière, con nobile e generoso pensiero, dedicò ad opere di beneficenza alcuni suoi spettacoli ed in particolare per i ricoverati della Qualconia, dell’Ospizio di Mendicità, dell’Istituto di Correzione, degli Asili Regina Elena e Principe Amedeo (…)”, per l’attenzione igienica “verranno messi in moto in estate alcuni ventilatori elettrici, (…) tutto per rendere più comode le stanze”.
Il 18 gennaio 1914 venne annunciata la riapertura degli originari locali del Caffè dell’Ussero, in parte utilizzati a cinematografo, e la costruzione di un nuovo cinema su progetto del noto architetto Luigi Bellincioni: lo Splendor. Si deduce da un breve articolo su “Il Ponte di Pisa” che informa: “(…) per  la generosa e nobilissima iniziativa del proprietario dell’artistico  stabile sig. conte Alessandro Agostini Venerosi della Seta, si riaprirà  al pubblico lo storico Caffè dell’Ussero (…) insieme al grandioso Caffè si aprirà pure un sontuoso Cinematografo a cura della Società che pure esercisce con sì buon successo  e seguiterà ad esercire lo Splendor di Sotto Borgo (l’attuale  ditta Allegrini)”.
I nuovi locali verranno ottenuti sul retro del palazzo, ristrutturando alcuni  edifici esistenti sul vicolo del Porton Rosso e dell’Ussero (attuale vicolo del Tidi) che comprendevano gli antichi locali della chiesa di San Ilario in Porta Aurea, attestata per la prima volta nel 1132, che FabioRedi individua con il portalino archivoltato su piedritti ancora esistente.
Lo Splendor disporrà di ben 700 posti a sedere con statue e decorazioni in gesso della ditta Ferrati di Firenze (alcune delle    quali sono ancora conservate nelle soffitte del Palazzo). Ebbe una “profusa luce elettrica” della “rinomata casa dell’ing. Roster” di Firenze, una lunga ringhiera in ghisa con decorazioni  floreali della ditta Pacini di Pistoia e “belle sedie in ferro di solida fattura” della ditta Franci di Siena. Il progetto, realizzato nello stile liberty dell’epoca, portò la firma del noto architetto ed ingegnere Luigi Bellincioni .
La proprietà chiese nel contratto di locazione che gli incassi della prima giornata fossero “consacrati subito ad un’opera buona”  (pertanto furono donati a favore degli Asili Infantili di Carità della Croce Rossa ed al Fondo per i Disoccupati) e che venissero ricordati alla stampa i nomi dei pisani che avessero lavorato al progetto. I pisani,  ricordati nella stampa locale dell’epoca, furono: l’ingegnere Tortolini; il maestro muratore Egidio Ricci; il pittore Bicchielli, che  “con mano maestra” ha eseguito “una decorazione  pittoresca al soffitto dove sono coloriti due quadri stupendi che raffigurano  la Scienza e l’Arte (…), i tre medaglioni parlanti di Pacinotti, di Marconi e di Volta (…) e le figure alate della Fama tra festoni di Lauro (…)”, la ditta Landucci “per le imitazioni più naturali del verde antico, del verde Prato, del granito rosa e dello smalto bianco (…)”.
Il nuovo cinema aprì al pubblico alle ore 15 di martedì 22        dicembre 1914 con il seguente programma: “Il ladro (bellissimo dramma in 3 atti di Bernstein), Pathé, Max Linder (comicissima). Le proiezioni si susseguirono ogni ora dalle 15:30 fino alle 22:30 ed i prezzi furono di 1 lira per i primi posti e di 50 centesimi per i secondi.
Il cinema continuò le sue proiezioni fino al 1943, quando passò  il fronte - linea Gotica - con tutta la sua violenza tra una sponda e l’altra dell’Arno. Terminata la seconda guerra mondiale, nel 1949 venne restaurato secondo le tendenze architettoniche postbelliche, che ripristinarono troppo velocemente il patrimonio edilizio menomato dalla guerra ....


 

Il Lumière di Pisa
di Renato Bovani e
Rosalia Del Porro

Felici Editore
         
Per chi vuol proseguire la lettura in occasione della riapertura del cinema (16 dicembre 2005) è stato pubblicato il volume:
"Il Lumière di Pisa - Cento anni di cinema a Palazzo    Agostini"
di Renato Bovani e Rosalia Del Porro. Felici Editore.
Il volume è in vendita nelle principali librerie.

Renato Bovani e Rosalia Del Porro, ricercatori di Storia del cinema, autori  di pubblicazioni sul ‘Cinema delle origini’ a Pisa, Livorno e Lucca e curatori del volume sulla microstoria del Cinematografo di  Palazzo Agostini .