17.9.10

MANGIA, PREGA, AMA

Orario settimanale del film in programmazione
Mercoledi, Giovedi, Venerdi: ore 21.00
Sabato, Domenica e Festivi: ore 18.00 - 21.00
-
La colonna sonora del film e' firmata dal musicista pisano Dario Marianelli, Premio Oscar 2008.
REGIA di Ryan Murphy
INTERPRETI
: Julia Roberts, James Franco, Billy Crudup, Javier Bardem, Richard Jenkins, Viola Davis, Luca Argentero, Arlene Tur, Tuva Novotny, Stephanie Danielson, James Schram.
TRAMA:
Liz Gilbert (Julia Roberts) ha tutto ciò che una donna moderna può sognare – un marito, una casa e una carriera di successo – ma come tante altre donne, è insoddisfatta, confusa ed è alla ricerca di cosa effettivamente desidera dalla vita. Appena divorziata, trovandosi ad un bivio, Liz decide di allontanarsi dal suo mondo rischiando tutto e, per dare un cambiamento radicale alla sua vita, intraprende un viaggio intorno al mondo, un percorso per ritrovare se stessa. Nel suo viaggio in Italia riscopre il piacere di mangiare; in India arricchisce la sua spiritualità e, inaspettatamente, a Bali ritrova il suo equilibrio interiore grazie al vero amore.
USA 2010, Drammatico
DURATA: 133 min



CRITICA:
Era dai tempi di Erin Brockovich che Julia Roberts non sosteneva un film tutto da sola, sulla forza del suo carisma personale e della sua presenza scenica: e per due ore e venti la diva più pagata d’America mette il suo voltaggio a disposizione di un ruolo che è piaciuto ai sei milioni di lettori (in maggioranza lettrici) nei soli Stati Uniti del best seller da cui è tratto questo film, un road movie al femminile che è anche un racconto iniziatico di consapevolezza muliebre. Un esperimento interessante perché, come spesso abbiamo scritto su queste pagine, il cinema occidentale sta individuando nel femminile un ruolo guida vincente, che Roberts incarna a perfezione. Liz, la protagonista della storia, fa innamorare ogni uomo che incontra e poi lo lascia anzi, se ne libera come di una pelle rinsecchita nella sua trasformazione da bruco a farfalla: per giunta, nessuno di questi uomini riuscirà più a dimenticarla.
Paola casella, Europa, 18 settembre 2010

Ryan Murphy, il creatore di serie mitiche come Nip/Tuck e Glee, era da tempo che voleva portare sullo schermo la storia di Elizabeth Gilbert. Fino a che è arrivata Julia Roberts e tutto è stato possibile.
Liz Gilbert (Roberts) ha tutto ciò che una donna moderna può sognare – un marito, una casa e una carriera di successo – ma come tante altre donne, è insoddisfatta, confusa ed è alla ricerca di cosa effettivamente desidera dalla vita. Appena divorziata, trovandosi ad un bivio, Liz decide di allontanarsi dal suo mondo rischiando tutto e, per dare un cambiamento radicale alla sua vita, intraprende un viaggio intorno al mondo, un percorso per ritrovare se stessa. Nel suo viaggio in Italia riscopre il piacere di mangiare; in India arricchisce la sua spiritualità e, inaspettatamente, a Bali riscopre l'intensità di una storia d'amore.
Prodotto dalla Plan B Entertainment di Brad Pitt, diretto da Ryan Murphy che ha curato anche la sceneggiatura insieme all’attrice Jennifer Salt, e tratto dal bestseller autobiografico di Elizabeth Gilbert, Eat, Pray, Love: One Woman's Search for Everything Across Italy, India and Indonesia, il film vede Julia Roberts nel ruolo di una divorziata in crisi che intraprende un lungo viaggio intorno al mondo per ritrovare se stessa. “Intorno ai trent'anni - ha raccontato l'autrice - proprio mentre cercavo di mettere su famiglia insieme a mio marito, convinta che quella fosse la mia strada, mi resi conto che quel tipo di vita non mi apparteneva per niente. Non era una casa e una famiglia ciò che desideravo. Così, ringrazio sempre di avere avuto l’opportunità di poterlo fare ma, vi assicuro che in ogni modo non è una decisione che si prende con leggerezza... Tre anni dopo il mio divorzio decisi di intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di me stessa, di quella insoddisfazione che non se ne era mai andata, di quel vuoto che mi prendeva lo stomaco. Il viaggio mi portò a Roma, a Mumbai e Bali”. Grande cast oltre alla Roberts, con Crudrup nella parte dell’ex-marito, Jenkins in quella di iniziatore alla spiritualità, Franco come giovane amante e Bardem, il vero amore.
primissima.it

PRODUZIONE: Columbia Pictures, Plan B Entertainment, Red Om Films
DISTRIBUZIONE: Sony Pictures Releasing Italia



Lumière
Cinema
PISA - vicolo del Tidi, 6
(Lungarno Pacinotti - Palazzo Agostini)
telefono 050.9711532

11.9.10

20 SIGARETTE

Orario settimanale del film in programmazione
Mercoledi, Giovedi, Venerdi, Sabato, Domenica  spettacolo unico ore 21.30
-
Presentato alla 67° Mostra del Cinema  di Venezia il film ha appena vinto: Premio Controcampo Italiano, Menzione Speciale per l'Intepretazione, Premio "Kodak", Premio "Arca CinemaGiovani" Migliore Film Italiano a Venezia, Biografilm Festival Award.

REGIA di Aureliano Amadei
INTERPRETI: Vinicio Marchioni, Carolina Crescentini, Giorgio Colangeli, Orsetta De Rossi Alberto Basaluzzo.
Italia; 2010.
TRAMA: Il 28enne Aureliano, anarchico e antimilitarista, nonostante le sue convinzioni, le critiche e le preoccupazioni di amici e familiari decide di partire per l'Iraq in qualità di aiuto regista di Stefano Rolla, impegnato nelle riprese per un documentario sulla 'missione di pace' dei militari italiani. Il ragazzo si troverà ben presto catapultato in quell'universo militare che lui non ha mai approvato e su cui ha molti pregiudizi, ma diverrà anche consapevole che tra coloro che incontra vige una umanità e un senso di fratellanza che, in fondo, appartengono anche a lui. Poi, il 12 novembre 2003, l'attentato di Nassiriya cambierà per sempre la sua vita: Stefano Rolla non tornerà più e Aureliano, pur gravemente ferito, sarà l'unico civile sopravvissuto alla strage. 
DURATA: 94 minuti



CRITICA:
Il film su Nassiriya si porta dietro quattordici minuti di applausi ma anche una scia di veleni. Aureliano Amadei è il regista che in Venti sigarette, ospite di Controcampo Italiano, racconta se stesso col volto di Vinicio Marchioni. Aureliano è il giovane sopravvissuto al massacro in Iraq avvenuto nel 2003.
Diciannove morti: dodici carabinieri, cinque soldati dell'esercito e due civili. Aureliano aveva 28 anni. Era arrivato a Nassiriya da 22 ore.
Questo è il suo primo film, senza eroi, dove al centro c'è una ricerca umana, nato dal libro che aveva scritto su questa vicenda. Parla con i suoi occhi chiari che sembrano schizzare fuori, come a ricordare che la vita continua e che è tutto intero malgrado i postumi alla caviglia e le nove operazioni subite. È un ex pacifista e antimilitarista, uno che si finse gay per evitare la naia. «Arrivai in Iraq imbottito di pregiudizi. Mi sono ricreduto». Ma gli è rimasta la voglia di controcanto dentro.
E al Lido dopo essersela presa con i militari va in rotta di collisione perfino con i suoi produttori, Claudio Bonivento e Tilde Corsi. Aureliano parla di boicottaggio: «Sul mio computer ho ricevuto minacce di parenti dei militari in missione, dicono che ho infangato l'esercito. Poi alcune famiglie, che sono state contattate da persone vicine al ministero della Difesa, chiedono di bloccare l'uscita». I produttori: «Sono sue fantasie, che smentiamo. L'esercito anzi, approvata la sceneggiatura, ci ha aiutato in ogni modo». Il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto: «Non c'è stata alcuna pressione». In sala appare un uomo pieno di dignità e misura, è il generale in pensione padre di Max Ficuciello, il militare che cadde a Nassiriya e che fu l'angelo custode di Aureliano in quelle poche ore. A lui viene dedicato il film.
Il regista: «Ho conosciuto carabinieri che dicevano peste e corna della situazione in Iraq, poi ai tg recitavano a memoria dispacci istituzionali. Ai funerali di Stato i parenti delle vittime erano relegati in fondo per far posto, vicino alle bare, alle massime autorità dello Stato. Ci sono le verità poco note, il deposito italiano di munizioni esplose provocando altre vittime, mentre in un primo tempo si parlò di scontro a fuoco con i terroristi». Ancora: episodi più marginali epperò vissuti come uno scandalo nel granito delle regole militari. Come le canne che giravano all'Ospedale del Celio mentre Aureliano era in convalescenza. Lui non ha ritratto un monolito ma la varia umanità dei soldati, «guerrafondai, comunisti, gente simpatica, c'è di tutto».
Ed è proprio un viaggio intorno all'uomo quello che ha compiuto: «Non è un film sulla guerra, il miglior modo di omaggiare quei caduti è di chiamarli esseri umani; se li chiamassi eroi sarebbe come dargli dei farabutti o dei mercenari, parole senza significato». Era andato per aiutare il regista Stefano Rolla (caduto nell'attentato, nel film è Giorgio Colangeli), che avrebbe dovuto girare un film sull'opera di recupero di reperti archeologici da parte del contingente italiano. Dice «un atto d'accusa». Ma alla fine contro chi? «Contro le istituzioni che hanno cavalcato la vicenda, è prevalsa l'ipocrita retorica patriottarda che non ci ha permesso di riflettere sulle cose che si potevano fare, sulla verità dei fatti, su cosa andò storto, sul perché pensavamo di essere amati e invece eravamo oggetto di odio come gli americani. Senza contare la Chiesa. Il cardinale Ruini all'omelia del funerale pronunciò queste parole: "Non ci faremo intimidire, risponderemo con tutte le forze di cui siamo capaci". E in una scena si ascolta: "In Chiesa non si udì una sola parola contro la guerra. La parola eroismo fu menzionata dodici volte, patria cinque volte"».
Il film comincia da Aureliano con gli amici in allegria, (Carolina Crescentini fa la ragazza che diventerà sua moglie), la guerra è qualcosa che non ti appartiene, non ci pensi. L'attentato è ricostruito in maniera cruda. Il caos, i timpani sfondati, i cadaveri dilaniati, le fiamme, il terrore che spezza il fiato, il corpo insanguinato di un bambino immobile, candido, freddo, che gli mettono in braccio mentre lo caricano diretto all'ospedale. «Ho scelto di non risparmiare nulla allo spettatore, che vive quei minuti di terrore come li ho vissuti io». Cosa le ha lasciato tutto questo? «Rabbia, umanità, amore. Ho capito che l'uomo viene prima di qualsiasi ideologia». La troupe gli chiedeva di autografare il suo libro.
Valerio Cappelli, Il Corriere della sera 6/09/2010

Lumière
Cinema
PISA - vicolo del Tidi, 6
(Lungarno Pacinotti - Palazzo Agostini)
telefono 050.9711532

10.9.10

COSI' FAN TUTTE

In diretta dalla Royal Opera House di Londra
Venerdi 10 settembre alle ore 20.00 un nuovo prestigioso evento che inaugura la stagione lirica della Royal opera House di Londra.
Così fan tutte di Wolfang Amadeus Mozart, dramma giocoso in 2 atti, la terza e ultima delle opere italiane del musicista, su libretto di Lorenzo da Ponte.


Durata spettacolo:  3 ore e 30' circa
Apertura biglietteria ore 18.30


LumièreCinema si  è dotato di nuovi apparati in tecnologia digitale ed ha  aderito al  network Microcinema. Diviene così possibile  proiettare spettacoli in  diretta dai maggiori teatri italiani ed esteri.

COSI FAN TUTTE ossia La scuola degli amanti
È la fede delle femmine come l'araba fenice: che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa.  (Don Alfonso)

Due giovani ufficiali scommettono sulla fedeltà delle loro fidanzate.  Per metterle alla prova, fingono di partire per la guerra e ricompaiono  subito dopo travestiti. Sono irriconoscibili e buffi, ma pur sempre  attraenti. Cercano di conquistare la fidanzata dell'altro e dicono di  volerle sposare. Dopo qualche resistenza, ottengono il loro consenso. A  questo punto si fanno riconoscere, suscitando imbarazzo e pentimento  nelle due fanciulle. 

Non esistono informazioni dettagliate e attendibili sulla genesi di “Così fan tutte – ossia la scuola degli amanti”. Fra le poche certezze, il fatto che l’incarico fu dato a Mozart direttamente dall’Imperatore, probabilmente in seguito al successo ottenuto dal Figaro, ripreso a Vienna nel 1789. La prima esecuzione avvenne a Vienna il 26 gennaio del 1790. L'opera fu trascurata  o severamente giudicata (da Beethoven e Wagner per esempio) nel corso dell'Ottocento e solo in tempi relativamente recenti la critica specializzata ha fatto luce sul suo valore musicale e letterario.
L'allestimento di Jonathan Miller trasporta l'opera ai giorni nostri asserendo che la moda e la tecnologia sono sicuramente cambiati dai tempi di Mozart, ma il comportamento delle persone rimane invariato.


Direttore: Thomas Hengelbrock.
Regia/Designer: Jonathan Miller.
Luci: Jonathan Miller and John Charlton
Ferrando: Pavol Breslik
Guglielmo: Stéphane Degout
Don Alfonso: Thomas Allen
Fiordiligi: Maria Bengtsson
Dorabella: Jurgita Adamonyte
Despina: Rebecca Evans

Lumière
Cinema
PISA - vicolo del Tidi, 6
(Lungarno Pacinotti - Palazzo Agostini)
telefono 050.9711532

3.9.10

LETTERS TO JULIET

Orario settimanale del film in programmazione
Mercoledi, Giovedi, Venerdi, Sabato, Domenica: ore 21.30
spettacolo unico
.
REGIA di Gary Winick
INTERPRETI: Vanessa Redgrave, Franco Nero, Amanda Seyfried, Christopher Egan, Gael García Bernal.
USA, 2010.
TRAMA:Sophie è una brava giornalista, in cerca dello scoop per emergere e ottenere la fiducia del direttore. Quando decide di concedersi un viaggio in Italia con il futuro sposo, prossimo all'apertura del suo nuovo ristorante, si ritrova presto sola, a vagabondare per Verona mentre lui si cura solo di prosciutti e formaggi. Nel cortile della casa di Giulietta, Sophie trova la lettera d'amore di una certa Claire per il suo Lorenzo, depositata 50 anni prima e rimasta nascosta tra le pietre del muro. Intenerita, l'americana risponde ed ecco presentarsi a Verona la vecchia Claire, in compagnia del bel nipote, Charlie. È l'occasione per il servizio che cercava, ma anche l'inizio di un'avventura romantica.
DURATA: 105 minuti.




CRITICA:
Se la storia di Giulietta e Romeo  sia vera o se i due innamorati siano realmente vissuti a Verona, è irrilevante. Mezzo milione di turisti arrivano ogni anno in questa città dell’Italia settentrionale  (90 minuti ovest da Venezia), soprattutto per visitare il cortile dove bigliettini riguardanti amori perduti o trovati sono attaccati  al muro di pietra. Le persone si mettono in posa sul balcone accanto alla statua di bronzo di Giulietta (il suo seno destro è lucidissimo, c’è la tradizione di toccarlo perché si dice che porti fortuna). “La cosa meravigliosa di questa tradizione (quella del cortile) e dell’amore in generale, è che ci vogliono credere tutti”, dice il regista Gary Winick.  Dagli anni Trenta in poi “Giulietta” ha ricevuto migliaia di lettere da tutto il mondo: talvolta sono semplicemente indirizzate a “Giulietta – Verona”, eppure arrivano tutte a destinazione  (il club di Giulietta), dove sono al  lavoro molti volontari.  Tutte le lettere ricevono risposta, a volte con l’aiuto di traduttori esterni.
“Più ci documentavamo su questo fenomeno e più ci sembrava un’idea bella,  romantica. Così alla fine andammo alla Summit pensando già a Gary come regista, e ci volle molto poco a mettere insieme il tutto ”, racconta Kaplan.
Lo scenografo Stuart Wurtzel ha cambiato la location (l’ingresso al cortile era un muro bianco coperto di graffiti) aggiungendo mura e colonne di pietra finte, dando un aspetto meno turistico e più consono a come sarebbe stato ai tempi di Giulietta.
“I colori dell’Italia sono i colori della terra ed è bellissima in ogni luogo. La mia intenzione era quella di tornare indietro nella storia, di non intromettermi e di non alterarla”, ci spiega  Wurtzel.
La prima cosa nella mente di Winick era di non creare un’Italia da cartolina dove “lo sfondo diventa il piano ravvicinato”.
“Insieme al direttore della fotografia Marco Pontecorvo abbiamo deciso che il valore del film doveva essere  il realismo dell’emozione, e che la bellezza del contorno sarebbe servita solo  come supporto alla storia e non viceversa”,  spiega Winick.
(dal pressbook del film)


Lumière
Cinema
PISA - vicolo del Tidi, 6
(Lungarno Pacinotti - Palazzo Agostini)
telefono 050.9711532