22.10.10

FIGLI DELLE STELLE

Orario settimanale del film in programmazione
Mercoledi, Giovedi, Venerdi: ore 21.30
Sabato, Domenica e Festivi: ore 18.30 - 21.30

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REGIA di Lucio Pellegrini
INTERPRETI: Pierfrancesco Favino, Fabio Volo, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi
Nazionalita' Italia anno 2010
TRAMA: Cinque personaggi, delusi dalle loro esistenze, decidono di rapire un ministro. Tuttavia, la convivenza tra gli inverosimili sequestratori e l'incredulo ostaggio si trasformerà in una surreale fuga sullo sfondo degli splendidi panorami montani della Valle d'Aosta.
DURATA:102 minuti



CRITICA:
Si può ridere di un gruppo di sfigati - tutti in qualche modo precari, professionalmente o emotivamente - che per sfogare l'angoscia, il disagio, l'incertezza che si respirano nell'Italia di oggi, decide di rapire un uomo politico, un sottosegretario del governo in carica? La risposta è semplice: sì, si può. Lo dimostra l'accoglienza calorosa ricevuta questa mattina da Figli delle stelle di Lucio Pellegrini. Commedia cinica, acida, dichiaratamente monicelliana, che racconta proprio l'improbabile storia di una banda di Soliti ignoti contemporanei. Con tanti agganci all'attualità: "Con l'aria che tira - scherza Fabio Volo, uno degli interpreti - è chiaro che il regista sarà al centro del prossimo dossier, dopo la Marcegaglia Porro si occuperà di lui...". Il riferimento ironico, come ovvio, è al recente caso Giornale.
Ma ci sono altri elementi forti, nella pellicola - nelle sale dal 22 ottobre, con distribuzione Warner Bros. Ad esempio, il viceministro sequestrato - in questa rivisitazione pasticciona della lotta armata - finisce per rivelarsi una brava persona, così come i suoi sfigatissimi aguzzini: mentre a fare la figura peggiore sono gli abitanti del paesino valdaostano dove si svolge la vicenda, perfetta rappresentazione di una società molto poco civile. C'è il riferimento a tanti temi caldi, dalle intercettazioni alle morti bianche. E c'è la circostanza che la vicenda del film si svolge in un'Italia in cui il rapimento - vero, tragico - di un leader politico ha segnato la storia. Ma a fare potenzialmente discutere sarà un altro elemento che traspare dal film: il suo fotografare, seppure con le armi della leggerezza e del sorriso, un disagio, una tensione, che in questo autunno caldo della politica e del confronto sociale (vedi le uova alle sedi Cisl) si respirano davvero. "Devo dire che venendo qui - confessa Pellegrini, in conferenza stampa - ho pensato alle ultime cose dell'attualità, ad esempio alla puntata di Report di ieri sera  (quella sugli affari di Berlusconi ad Antigua, ndr)... Quanto alle eventuali polemiche, se devono venire vengano: ma mi sembra evidente, dalla storia che raccontiamo, che il rapimento oggi è una cosa insensata". (...) "In Italia si fa tanta commedia - spiega il regista ai cronisti - ma pochissima legata a quello che accade effettivamente intorno a noi. Ad esempio, la realtà che diventa sempre più conflittuale, o lo scollamento tra le persone e la politica. In Italia si tende a raccontare ciò che accade solo 20 o 30 anni dopo: noi invece abbiamo provato a intercettare il momento attuale". Nel solco, dichiarato apertamente da Pellegrini, del cinema di Mario Monicelli: "Il suo sguardo sui perdenti è stato il mio punto di riferimento".
Claudia Morgoglione, La Repubblica 18/10/10





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