21.1.11

LA DONNA CHE CANTA

Orario settimanale del film in programmazione
Mercoledi, Giovedi, Venerdi: ore 21.30
Sabato, Domenica e Festivi: ore 16.30 - 19.00 - 21.30
Attenzione pomeridiano inizio ore 19.00
-
REGIA di Denis Villeneuve
INTERPRETI: Lubna Azabal, Mélissa Désormeaux-Poulin, Maxim Gaudette, Remy Girard, Abdelghafour Elaaziz.
Nazionalita'  Canada  anno 2010
TRAMA:
Il film racconta la storia di una donna libanese che, in punto di morte, affida due lettere ai suoi due figli gemelli, una da consegnare al padre che non hanno mai conosciuto e l'altra ad un fratello che non sapevano di avere. Questa ricerca diventa un viaggio senza protezione e senza compromessi nelle atrocità della guerra del Libano.  

DURATA: 130 minuti



CRITICA:
Ancora i Radiohead in un film al Lido dopo la colonna sonora del loro bassista Johnny Greenwood per 'Norvegian Wood'. Ancora la guerra in Medio Oriente vista dal punto di vista di una donna come in 'Miral'di Schnabel. Eppure 'Incendies' di Danis Villeneuve (Giornata degli Autori) è superiore rispetto ai titoli citati. (...) Finale con devastante colpo di scena che rimane nella testa, per sempre. Che ci fa un filmone così fuori dal Concorso?
Francesco Alò, 'Il Messaggero', 4 settembre 2010

Un’equazione o forse un teorema matematico, preciso, implacabile, affascinante e inevitabile. È questa la sensazione che dà la visione de La donna che canta di Denis Villeneuve (canadese francofono del Quebec), vera grande sorpresa al Festival di Venezia che conferma la crescita di un autore che con Polytechnique (da noi inedito) si era dimostrato un talento interessante. Il film è l’adattamento di una pièce di successo di Wajdi Mouawad.
Siamo ai giorni nostri in Canada. Fratello e sorella (gemelli) scoprono dal testamento della madre che il padre che credevano morto è in realtà vivo e dell’esistenza di un fratello di cui non sapevano nulla. La madre, di origine mediorientale, ha infatti vissuto una vita incredibile, tragica, di cui andranno alla scoperta e che noi conosceremo attraverso un viaggio parallelo, lei negli anni ’80 e la figlia al giorno d’oggi (che non casualmente è ricercatrice di matematica pura). Percorreranno i medesimi luoghi, le stesse strade, in un ciclo infinito che è quello della storia e della famiglia, di pietre e terre sempre uguali, illuminate dallo stesso sole, ma bagnate da sangue sempre nuovo.
L’infanzia segna, qui addirittura marchia, in maniera talmente forte che, per dirla con la protagonista, “è un coltello piantato alla gola”. Ci vorrà una vita intera (e una volontà testamentaria) per diventare veramente adulta, per cancellare la rabbia di un’infanzia di violenza e poter riposare in pace.
Nel film dietro un nome finto si nasconde il Libano degli anni ’80 con la sua guerra civile fra cristiani e musulmani. Attraverso le vicende di una famiglia riesce molto bene a rappresentare la divisione religiosa, familiare, di una terra e di un mondo.
La donna che canta è un film che riesce mirabilmente a coniugare un ritmo matematico, con delle esplosioni, degli incendi di violenza, che arrivano quasi inevitabili, riuscendo ad emozionarci mentre ci lasciano impietriti. Come ad esempio nel momento più bello del film, una scena in cui un autobus viene fermato dai cristiani falangisti libanesi alla caccia di musulmani. Una scena, che non vi sveliamo, ma che è un’ottima sintesi dei pregi de La donna che canta, uno dei migliori film degli ultimi mesi.
Una nota di merito per la colonna sonora funzionale e per le due donne protagoniste (Lubna Azabal e Mélissa Désormeaux-Poulin) che sono intense e fragili nei loro complessi ruoli.
Il film, denso di eventi ed avventure, giunge verso una fine in cui le incognite dell’equazione iniziano a chiarirsi, in cui la madre non sarà più una variabile sconosciuta, in cui una catarsi inaccettabile, ma alla fine inevitabile, rimane impressa nella memoria insieme a molte tappe di questo magnifico viaggio.
Mauro Donzelli comingsoon.it 19/01/2011



Lumière
Cinema
PISA - vicolo del Tidi, 6
(Lungarno Pacinotti - Palazzo Agostini)
telefono 050.9711532

Nessun commento:

Posta un commento