14.1.11

KILL ME PLEASE

Orario settimanale del film in programmazione
Mercoledi, Giovedi, Venerdi: ore 21.30
Sabato, Domenica e Festivi: ore 16.30 - 18.30 - 21.30
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REGIA diOlias Barco
INTERPRETI: Aurélien Recoing, Virgile Bramly, Daniel Cohen, Virginie Efira, Bouli Lanners.
Nazionalita'  Belgio, Francia  anno 2010
TRAMA: Medico all'avanguardia, il Dr. Kruger (Aurelien Recoing) vuole dare un senso al suicidio.
Il suo sogno è creare una struttura terapeutica dove darsi la morte non sia più considerata una disgrazia, ma un atto consapevole svolto con assistenza medica. La sua clinica esclusiva richiama l'attenzione di un gruppo di strani personaggi, accomunati dal desiderio di morire: un famoso comico con un cancro incurabile, un commesso viaggiatore che cela sordidi segreti, un ricco erede lussemburghese, una bella ragazza con manie autolesioniste, un vecchio cabarettista berlinese dalla voce rovinata e un uomo che ha perso tutto nel gioco d'azzardo, moglie compresa.
Commedia in bianco e nero, nerissima e irresistibile, grottesca e scorrettissima.
Il primo titolo doveva essere Dignitas, che è il nome reale dell'associazione svizzera per l'eutanasia assistita.
Premio della Giuria, premio Agiscuola, premio Critica online alla V edizione del Festival Internazionale del Film di Roma  
DURATA: 95 minuti



CRITICA:
Trionfano lo humour scorretto, il gusto del paradosso, la sfida di scegliere un tema controverso per eccellenza: è il film belga Kill me please di Olias Barco, commedia dark in bianco e nero su una clinica dei suicidi, a vincere il Marc'Aurelio d'oro di questo festival numero cinque. A decretarlo è la giuria internazionale presieduta da Sergio Castellitto.
Claudia Morgoglione, La Repubblica 5/11/10

A Roma vince l'umorismo nerissimo e irriverente di "Kill me please", la black comedy sull’eutanasia di Olias Barco, che al festival ha convinto proprio tutti. «È un film per divertire ma anche per parlare della grande questione della morte - dice il transessuale Zazie de Paris». «In genere- aggiunge Zazie- si parla di eutanasia solo pensando ai casi di malattie incurabili, qui invece c’è una prospettiva molto più controversa e personale». Kill me please, spiega , che in giovinezza è stato un ballerino dell’Opera di Paris e negli ultimi anni ha lavorato molto in teatro a Berlino «ha un’anima nera. Si può ridere molto in una scena e in quella dopo ritrovarsi in un’atmosfera fin troppo dark».
La Stampa 5/11/


Lumière
Cinema
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